Il linfedema Cronico
a cura del dott. Ermes Vedovi
Il Linfedema cronico è definito come un edema presente da più di 3 mesi.
È sottovalutato e sottotrattato. Si ritiene che l’incidenza del linfedema primario sia di 57%.
Attualmente, nell’approccio al linfedema, le strategie diagnostiche e terapeutiche si avvalgono di numerosi presidi che consentono un corretto inquadramento del problema e una sua adeguata soluzione.
Accurata anamnesi l’esame obbiettivo a cui segue un approfondimento dell’esame strumentale.
L’anamnesi esclude la presenza di patologie di base (cardiache, renali, ipoproteiche…) e chiarisce l’epoca, le modalità di comparsa dell’edema e l’evoluzione fino a quel momento dell’edema. Il soggetto affetto di linfedema deve essere visitato in posizione ortostatica e clinostatica.
Nell’ispezione: occorre valutare i caratteri cutanei, la distribuzione dell’edema la presenza di dolore spontaneo con l’accentuazione delle pliche cutanee e la presenza di eventuale essudazione linfatica, la presenza di reticoli venosi o di varici linfatiche, di linfoadenopatie, segni di linfagite o di altre lesioni dermatologiche attive o pregresse.
Nella palpazione: si valuta la presenza di dolore spontaneo o evocato,la consistenza dell’edema, si ricerca la presenza di pitting edema, il segno di Stemmer e si misura l’arto.
Inoltre è importante definire i caratteri delle stazioni linfonodali esplorabili e valutare il peso e l’altezza del soggetto.