LA RIEDUCAZIONE POSTURALE:IL METODO MEZIERES-BERTELE’
LA RIEDUCAZIONE POSTURALE è una modalità rieducativa che ha l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile alla postura fisiologica che è la più ergonomica, la più funzionale e quella che crea meno sovraccarichi articolari. E’ eseguita da fisioterapisti o medici che hanno seguito specifici corsi pluriennali post laurea. Parte dal presupposto che il corpo è un tutt’uno e i muscoli, collegati tra di loro in catene muscolari, lavorano come se fossero un unico muscolo. Françoise Mézières fu la prima fisioterapista che intuì questi concetti e diede il nome al metodo. Tutto iniziò con un'osservazione chiamata da lei "osservazione principale": nata da una seduta di fisioterapia su una signora con dorso curvo e periartrite alle spalle. Mézières la fece distendere sulla schiena (Fig. 1) e fece una piccola pressione sulle spalle molto anteposte per portarle più indietro; questa lieve pressione provocò istantaneamente una lordosi lombare (Fig. 2) che Mézières cercò di correggere facendo flettere le ginocchia, ma questo movimento causò, come ulteriore compensazione, un'accentuazione irriducibile della lordosi cervicale (Fig. 3). Mézières ripeté più volte la sequenza dei movimenti e delle correzioni e le reazioni furono sempre le stesse. Ne concluse che i muscoli della schiena di quella signora si comportavano come se fossero un solo muscolo troppo forte e troppo corto e riscontrò lo stesso fenomeno su tutti i pazienti che vide da quel giorno: cioè che i loro muscoli dorsali si comportavano sempre come se fossero troppo corti e troppo forti. Si rese evidente che tutte le azioni localizzate, tanto in allungamento che in accorciamento, si ripercuotevano istantaneamente su tutto l'insieme della muscolatura.
Quando questi muscoli si accorciano, diventano rigidi, sempre meno elastici e cercano di creare una corazza che ci difenda da ciò che sentiamo come un'aggressione del mondo circostante. Questo tentativo di auto difesa, queste contratture, si formano negli anni, fin dall'infanzia, e creano uno squilibrio sempre più grave fra i muscoli delle catene, che diventano perciò sempre più forti, corti e rigidi, mentre gli altri muscoli si fanno man mano più deboli (gli addominali ad esempio). Dall’intuizione e dagli insegnamenti di Françoise Mézières sono poi scaturiti altri metodi rieducativi. In Italia il metodo si è diffuso con la dott.ssa Laura Bertelé, fisiatra e psicologa, che imparò il metodo direttamente da Françoise Mézières e che lo arricchì dell’aspetto emozionale e dell’apporto di altre discipline. Infatti ormai da diversi anni gli studi orientano verso una visione ancora più globale delle alterazioni posturali. È stato visto che la postura è influenzata anche da problemi visivi, uditivi, gnatologici, ortodontici, viscerali e relazionali, per cui si rende necessaria la collaborazione con professionisti di altre discipline mediche e non.
A chi si rivolge. E' una terapia adatta a pazienti di ogni fascia di età con problemi ortopedici (malformazioni congenite o deformazione da posizione fetale nell'utero, cioè piedi torti, assenza parziale di corpi vertebrali, displasie delle anche, scoliosi, discopatie, ernie al disco, algie articolari, artriti, ecc..), neurologici (cerebropatie, alterazioni cromosomiche, paresi o paralisi, ecc..) e in genere dove un trauma, un intervento o necessità lavorative o sportive determinano alterazioni posturali. Il metodo Mézières-Bertelé trova inoltre applicazione nell'ambito della medicina preventiva; si rivolge, infatti, a tutti coloro che, pur non manifestando una patologia ortopedica, desiderano raggiungere e mantenere uno stato di benessere attraverso una maggiore conoscenza del sé corporeo e la sua riarmonizzazione. Tutti noi abbiamo un atteggiamento posturale spontaneo sul quale nel corso degli anni “ci appoggiamo”, inoltre ogni trauma fisico o psicologico lascia una traccia che rimane impressa sul nostro corpo. “La nostra posizione non è solo il risultato di rapporti fisici fra segmenti corporei, ma è il nostro modo di essere nel mondo, di «prendere il nostro spazio». È influenzata da fattori meccanici, da apparati e organi che plasmano e modellano il nostro corpo: un insieme complesso e articolato che si traduce in quella postura che è solo nostra e ci contraddistingue. Come i tronchi degli ulivi presso Ostuni, sulla strada vecchia che dalla «città bianca» va al mare, sono la risposta della natura all’ambiente – un pioppo, con la sua verticalità, lì non potrebbe sopravvivere – anche gli uomini sono meravigliose sculture viventi, modellate dalla vita” (tratto da Laura Bertelé: "Dipende dalla schiena. Come la postura influenza il tuo benessere fisico ed emotivo”).
Approcciarsi alla rieducazione posturale significa scorrere a ritroso le pagine del libro del nostro corpo alla ricerca del motivo per cui il nostro atteggiamento posturale si è discostato da quello spontaneo e capire perché abbiamo adottato determinati compensi. I compensi sono posizioni, atteggiamenti o movimenti che il nostro corpo mette in atto per garantire due priorità:
1. lo sguardo deve essere orizzontale
2. la testa verticale
Il corpo farà di tutto per mantenere questi principi. Ritrovare la posizione corretta significa ritrovare l’equilibrio posturale originario che ci permette di sentirci bene con noi stessi. Infatti, quando si mantiene una verticalità fisiologica con occipite, dorso e sacro collocati sulla stessa linea
• migliora la respirazione perché il diaframma è più libero di muoversi e i polmoni di espandersi
• tutte le articolazioni assumono una posizione più vicina all’asse di carico quindi meno sforzo e meno tensioni
• occhi e orecchie sono nella loro posizione fisiologica e possono sentire e vedere meglio
• la circolazione sanguigna e linfatica è favorita
• migliora l’equilibrio
• migliora la percezione di sé e del movimento
Il trattamento.
Quando vi approcciate al metodo Bertelé, inizialmente la fisioterapista effettuerà una valutazione in stazione eretta osservando la postura spontanea e quella a piedi uniti davanti, di profilo e posteriormente, eseguirà anche alcuni test e delle misurazioni per valutare lo scostamento rispetto alla posizione eretta fisiologica e le relazioni tra i vari compensi. Poiché ogni persona ha la propria postura anche ogni trattamento è individualizzato sia come posture che come manualità nella ricerca della distensione muscolare, del riequilibrio delle tensioni, del riallineamento e della simmetria Anche la frequenza varia a seconda della patologia e della risposta del corpo al trattamento. Solitamente le prime sedute hanno una frequenza ravvicinata, una volta alla settimana, per poi dilazionarsi nel tempo in relazione ai miglioramenti e alla riduzione del dolore. In alcune situazioni cliniche può essere necessario il trattamento a più terapisti o un trattamento più intensivo con frequenza giornaliera. È indicato l’affiancamento di altre proposte terapeutiche che privilegiano la consapevolezza corporea, per es. la ginnastica dolce.